Articolo doppio: 'Kakurenbo' e 'Manie-Manie - I racconti del labirinto'
Ho scelto di mettere insieme questi due cortometraggi in un'unica recensione, sia per una certa somiglianza nel genere, horror-sperimentale, sia per alcuni elementi che ritroviamo sia nell'una che nell'altra opera.
Tutti e due, seppur molto brevi (Kakurenbo dura soltanto una ventina di minuti, mentre Manie-manie una cinquantina) li considero dei piccoli capolavori, di grande impatto e forza, non solo per la serie di riflessioni critiche che scaturiscono, ma anche per l'effetto grafico davvero molto suggestivo e particolarissimo, sia dell'uno che dell'altro. Andiamo alle trame:
Di notte, tra i vicoli illuminati da insegne e neon, in un città giapponese non meglio specificata, sette bambini decidono di partecipare al leggendario Kakurenbo (letteralmente -nascondino-). La leggenda dice che per partecipare al gioco si deve indossare una maschera da volpe, e riuscire a 'non farsi prendere' dai demoni che gli avrebbero dato la caccia. Nessuno pare sia mai sopravvissuto al kakurenbo, ma ugualmente i sette piccoli protagonisti, chi per un motivo e chi per un altro, si buttano in questa avventura pericolosa.... ma riusciranno a sopravvivere??
La parte grafica, come detto in precedenza, e sonora, sono azzeccatissime, creano un'atmosfera inquietante che unita agli scenari di cunicoli stretti e impraticabili dei sobborghi della città, danno realmente la sensazione di angoscia. Il finale poi, è qualcosa di stupefacente, geniale, l'ho trovato meraviglioso!! Devo frenare le mani per non spoilerarvi tutto!! Mi ha colpito soprattutto il contrasto netto e continuo, per tutto il corto, tra tradizione (rappresentata dalle maschere di volpe e dalle creature della leggenda legata al kakurenbo) e tecnologia. Come ho già anticipato le ambientazioni mostrano una città al limite del tecnologico, i muri sono pieni zeppi di isegne luminose pubblicità ecc, un vera e propria 'luce' anche nella notte, eppure le oscure credenze dei miti e leggende continuano a vivere, non solo nella mente dei bambini ma proprio in carne e ossa! Nel finale, questo contrasto raggiunge il culmine rivelando l'atroce verità che si nasconde dietro tutto ciò!
Manie-manie è diviso in tre episodi abbastanza indipendenti l'un dall' altro, anche gli autori infatti sono diversi, come anche gli stili grafici. Nel primo una bambina vivace entra, insieme con il suo gatto Cicerone, in un mondo fantastico dove scorrazzano esseri veramente bizzarri che la invitano a seguirli e a giocare con loro. Nel secondo un pilota di corse automobilistiche estreme incontra la morte in circostanze al limite del paranormale. E infine nel terzo un impiegato di una grossa ditta si ritrova a dover 'fermare' i lavori in uno stabilimento completamente automatizzato che è andato in tilt.
Anche quì ho trovato una visione critica e cinica sull'avanzamento tecnologico. Ambientazione simile a quella di Kakurenbo la ritroviamo nel secondo episodio di Manie-manie, e nel terzo, questo concetto è trattato con più ampio respiro mostrando una vera e propria lotta tra l'uomo e la macchina!
Il futuro raccontato da questi due cortometraggi è veramente devastante, le parole chiavi sono parole come 'resa' 'prestazione' e 'profitto', lasciando indietro l'umanità e l'essenza stessa dell'uomo che paradossalmente ricade nell'oscuro e nel panico primordiale. L'unico spiraglio di luce è rappresentato dalla bambina del primo episodio di Manie-manie, ancora piccola e piena di fantasia.
[Enrica Rosse]
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